L’Informatica non è un gioco però…
Nel 1961, un mini computer PDP-1 della DEC fu installato presso il dipartimento di ingegneria elettrica del MIT. Tra le molte caratteristiche poteva accettare input da un pannello di interruttori e un display a tubo catodico. Ad un gruppo di studenti dell’università, per mostrare le capacità del nuovo computer, venne l’idea di sviluppare un videogioco: “Spacewar!”. Nel gioco due persone controllano la loro astronave ( che sono vicine ad una stella ) e per vincere devono colpire l’avversario con dei missili. Giocando si impara infatti una difficoltà nello scrivere il gioco era nella replica del volo delle astronavi attratte dalla gravità della stella: si devono seguire le vere leggi della dinamica di Newton!
Dove hanno fatto molta esperienza Steve Jobs e Steve Wozniak prima di creare l’Apple I? Ma in Atari! La famosa società statunitense produttrice di videogiochi.
Come non parlare degli “Home Computer”: Commodore VIC20, 64, Spectrum … che sono stati una enorme palestra per i nuovi giovani informatici nell’imparare l’arte della programmazione…e scrivere un videogioco è davvero impegnativo. Anche io, nel mio piccolo!!, ho scritto qualche “videogioco” per il C64, ma il BASIC risultava molto lento e quindi cominciai a studiare l’Assembly e questa cosa mi aiutò moltissimo poi all’università.
Non dimentichiamo il PLATO che è stato il primo sistema di istruzione assistita da computer dell’Università dell’Illinois. Nei tardi anni ’70 supportava migliaia di terminali in tutto il mondo. Il sistema informatico offriva corsi a studenti dell’università e anche alle scuole locali. Includeva una serie di funzioni come la valutazione contestuale delle risposte a testo libero e il feedback progettato per rispondere a risposte alternative. Era nato come un sistema informatico educativo ma fu anche utilizzato per sviluppare … videogiochi!
Ops dimenticavo il LOGO! Un linguaggio di programmazione ideato e realizzato negli anni ’60 per scopi educativi e orientato all’infanzia. Originariamente fu utilizzato per muovere un robot ( il primo di questi aveva una corazza simile a quella di una tartaruga ) attraverso comandi per avanzare o per girare a destra/sinistra. Nelle versioni per computer degli anni ottanta, come Apple II e Commodore 64, veniva spesso utilizzato a fini educativi per insegnare geometria. Il LOGO ha trovato impiego nelle scuole come strumento didattico, essendo accessibile anche ai principianti e offrendo una programmazione più strutturata rispetto al BASIC. Questo linguaggio favoriva la programmazione modulare e offriva opzioni avanzate agli utenti esperti. In questo modo il LOGO ha dimostrato di essere un valido strumento educativo, permettendo agli studenti di ottenere risultati visibili fin dai primi utilizzi e di apprendere con un approccio pratico e intuitivo….giocando! Non è divertente, come un gioco, per un bambino vedere la sua tartaruga muoversi come l’ha programmata lui?