Limoni contro Mele
Quando a clonare non sono i cinesi … anche se qui parliamo di “lemon”… e quindi di giallo 🙂 . Invece ci siamo di mezzo anche noi italiani! Sì, perché nel 1981 venne eseguita la copia di un Apple II+, il Lemon II … che fu creato da diverse aziende, tra cui Selcom, Jen, Belton e Lemon Italia. Tuttavia, la maggior parte di queste condivide la scheda originale prodotta dalla Selcom di Ravenna dal 1981. La mainboard era simile a quella dell’Apple II+, ma differiva in alcuni dettagli, come l’uso di EPROM invece di ROM ( le prime sono memorie riscrivibili ). Per garantire la compatibilità, era necessario duplicare le ROM dell’Apple II che contenevano il programma di avvio, il monitor e l’Applesoft BASIC. Poiché la produzione di ROM richiedeva un investimento elevato, si scelse di usare EPROM più costose ma programmabili in piccole quantità.
La scheda madre fu modificata per adattarsi all’uso di EPROM, non compatibili pin-to-pin con le ROM Apple. Il contenuto delle ROM fu modificato per rimuovere i riferimenti alla Apple, così “Apple II” diventava “Lemon II”. Il nome Lemon è stato scelto per richiamare il tema dei frutti legato ai computer dell’Apple, anche se in inglese il termine significa “bidone” ( quindi non capisco: se lo vuoi vendere anche all’estro, perché scegliere un nome del genere? E chiamalo “pera”, “ciliegia”, “zucca”! ) . Il Lemon II era più di un Computer compatibile: era proprio una copia e guadagnò la reputazione di “compatibilità software al 100%”, contribuendo al suo successo. I primi utenti acquistavano la scheda madre con tastiera e alimentatore, espandendo facilmente il sistema con schede aggiuntive.
Le caratteristiche principali:
- CPU 6502 a 1MHz
- 48 KB di Ram
- Grafica a 8 colori con risoluzione fino a 560 x 192
- Video 40×24 o 80×24 ( standard per l’epoca )
- Interfacce per registratore a cassette e joystick integrate
- Extended Basic ( 12 KB )
La scheda madre costava circa 700.000 lire e, il PC “completo”, quindi con l’aggiunta di tastiera e di alimentatore, non superava il milione, una cifra accessibile per l’epoca anche perché il prezzo di un Apple II+ era circa il doppio! Per offrire una macchina completa, Selcom vendette il Computer assemblato in un case della Toptronic di Milano che divenne distributore. Con un accordo tra Selcom e Jen elettronica, fu creato un nuovo case in alluminio per dare al Computer un aspetto decisamente più professionale. La gamma fu ampliata con versioni da 64 kb, con processore aggiuntivo Z80 e anche con il sistema operativo CP/M, molto apprezzato in ambito commerciale ( sistema operativo che in genere girava sui compatibili IBM ).