Intel 8088 & Co.

Per parlale del processore 8086, cuore pulsate dei PC degli anni 80, è meglio cominciare dalla storia dei suoi antenati. Tra il 1971 e il 1979, i microprocessori hanno vissuto importanti sviluppi tecnologici che hanno cambiato il panorama dell’informatica. Sono stati introdotti diversi microprocessori da parte di Intel e altre aziende, ciascuno con migliorie significative rispetto al precedente.

Nel 1971, il primo microprocessore, l’Intel 4004, è stato sviluppato da Federico Faggin insieme a Marcian Edward Hoff Jr. e Stanley Maze per la giapponese BusiCom, per una calcolatrice da tavolo. Questo microprocessore, parte della famiglia di chip MCS-4, ha segnato l’inizio dei dispositivi programmabili, gestendo 4 bit alla volta.

Nel 1972 è stato introdotto l’8008, che ha aumentato le dimensioni dei registri per supportare caratteri alfanumerici e di punteggiatura utilizzando un formato a otto bit. L’8008 ha dato origine ai primi microcomputer, con Don Lancaster che ha creato un dispositivo definito “macchina per scrivere con TV”.

Nel 1974, è arrivato il microprocessore 8080, una versione migliorata dell’8008 che ha gestito più istruzioni ed è diventato il cuore del primo personal computer, l’Altair. Gli hobbisti potevano acquistarlo in kit per 395 dollari, portando a vendite elevate e ai primi arretrati di ordini di PC. Alcuni collaboratori di Hoff hanno lasciato Intel per formare Zilog Corp, creando lo Z80. Intel ha anche sviluppato l’8085, un microprocessore che funzionava con un’alimentazione a 5 volt.

Nel 1978 è stato presentato l’8086, appartenente alla terza generazione di microprocessori, con registri a 16 bit e prestazioni dieci volte superiori all’8080. Questo processore utilizzava la memoria segmentata, consentendo l’accesso a un megabyte di memoria. Ha introdotto il concetto di segmentazione, dove la memoria è divisa in segmenti e l’accesso avviene tramite un formato che specifica la posizione iniziale e la distanza all’interno del segmento.

Nel 1979, il microprocessore 8088 è stato lanciato, mantenendo le istruzioni e le dimensioni dei registri dell’8086, ma con un bus a otto bit. Questo cambiamento ha reso l’8088 compatibile con l’hardware esistente e ha facilitato l’uso di chip economici nei nuovi personal computer. L’8088 è diventato il cervello dell’IBM PC, il che ha dato a IBM un vantaggio sugli altri microcomputer a otto bit. Successivamente, IBM ha introdotto la linea PS/2 basata sull’8086.

Il successo dell’8088 ha portato Intel nella lista delle Fortune 500, con la rivista Fortune che ha riconosciuto l’azienda come un trionfo degli anni settanta. La transizione da microprocessori a 8 bit a quelli a 16 bit è stata non solo un’evoluzione quantitativa, ma anche qualitativa, cercando di riprodurre le capacità dei minicomputer e dei mainframe in un personal computer. Le limitazioni dei processori a 8 bit erano evidenti, non potendo gestire memorie superiori a 64 K e avendo difficoltà nelle operazioni matematiche complesse.

Nel corso di questo periodo, tra gli anni 70 e 80, i microprocessori si sono evoluti da dispositivi a 4 bit a quelli a 16 bit, aumentando enormemente le loro capacità. Questi avanzamenti non solo hanno portato a progressi nei microcomputer, ma hanno anche messo le basi per una nuova era nell’informatica, consentendo l’adozione dei computer personali e segnando un’importante evoluzione qualitativa nel settore.