L’incantrice dei numeri

Ada Lovelace, matematica londinese del XIX secolo, è riconosciuta come la prima programmatrice della storia. Nel 1843, ha sviluppato il primo software mai creato ( questo è quello che dicono le “cronache”, in realtà era un algoritmo … leggi dopo ). Lovelace nasce a Londra nel 1815, da una madre matematica che ha favorito il suo interesse per tale disciplina. Nel 1834 incontra il matematico Charles Babbage, con il quale collabora a distanza e supporta la sua idea di una macchina analitica con schede perforate in grado di eseguire ogni genere di calcolo. Nel 1842 Ada sviluppa il primo algoritmo per la macchina analitica di Babbage. Questo algoritmo rappresenta il primo esempio di “software” mai creato, gettando le basi dell’informatica moderna: permetteva calcolare un elemento della serie dei numeri di Bernoulli senza dover calcolare i suoi precedenti. Pensate che il suo algoritmo era in una nota a margine nella descrizione del funzionamento della macchina di Babbage! Insomma stile Beethoven che scrisse “Per Elisa” su di un foglietto di carta.
Ada Lovelance era convinta che il “computer” ops! la macchina analitica potesse elaborare non solo numeri ma anche informazioni come parole, immagini e musica. Ada Lovelace si distingue per la sua intuizione sull’interconnessione tra matematica, natura e poesia, offrendo una prospettiva unica in un mondo scientifico prevalentemente maschile. La sua visione più profonda e poetica della scienza ha contribuito significativamente all’avanzamento del campo informatico e della comprensione delle relazioni tra mondo reale e calcoli.
Fu Babbage, colpito dall’intelligenza di Lovelace e dalla sua abilità, a darle il soprannone “l’incantatrice dei numeri”.
Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per unificare i linguaggi di programmazione da impiegare sui propri sistemi, finanziò lo sviluppo di un nuovo linguaggio, chiamato poi ADA in suo onore.
Nel mondo si stima che solo un programmatore su 5 è donna. In Italia sono 9 su 100! Uno studio recente sostiene che i programmi scritti dal gentil sesso sono valutati meglio di quelli scritti dai maschietti se i valutatori ignorano chi ha scritto il codice … ecco qualcuno dice ci sia del sessismo anche nell’ Informatica, ma io non credo proprio! Le donne sono decisamente più creative anche in questo campo. Donne fatevi avanti!! Come diceva Ada Lovelace, la matematica può essere poesia ( ed un algoritmo è una funzione matematica! ).
Nelle foto: Ada, la Macchina Analita e l’algoritmo.

Ada Lovelace, matematica londinese del XIX secolo, è riconosciuta come la prima programmatrice della storia per aver sviluppato nel 1842 il primo algoritmo per la macchina analitica di Charles Babbage. Favorevole a una visione della scienza che connettesse matematica, natura e poesia, contribuì significativamente all'informatica moderna. Babbage la soprannominò “l'incantatrice dei numeri”. In onore di Ada, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nominò un linguaggio di programmazione sviluppato nel 1979 come ADA. Nonostante solo una bassa percentuale di donne programmatrici, gli studi dimostrano che i loro codici sono valutati meglio se non si conosce chi li ha scritti.

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